Oggi non sarò io (Pavo) a scrivervi un pezzo.
Bensì un ospite, molto gradito, ex collega ritiratosi a vita privata su di un eremo, meditando sul passato (glorioso), sul presente (nebuloso) e sul futuro (oscuro) dei videogiochi. E forse sulla gnocca.
Diamo quindi il benvenuto a Livio Achilli. E al suo viaggio in quel brutto pezzo di videogioco che è Super Mario 3D World.
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Ad
un certo punto, abbastanza presto invero, ti ritroverai nella casa dei
fantasmi, livello storico ed immancabile nella serie dell'idraulico
italiano più famoso al mondo.
Dopo aver schivato qualche fantasma ed aver superato alcune scale
pericolanti, sul muro sporco e pieno di ragnatele troverai un quadro con
un fantasma dipinto sulla tela.
Quella scena è lo spartiacque che divide chi può capire quello che sto
per scrivere e chi no.
Se non ti viene l'immediato impulso di saltare dentro il quadro, puoi
tranquillamente smettere di leggere questo articolo premendo la "X" in
alto a destra del vostro browser. Amici come prima.
Perdonami se ti do del tu senza conoscerti ma se sei saltato nel quadro
allora abbiamo qualcosa che ci accomuna e non riesco a mantenere un tono
formale, come dovrebbe essere.
Sono sicuro che te ne ricorderai.
Immagina, o semplicemente ricorda, la seguente scena.
Sei un povero liceale, jeans e felpa, ed a complicare le cose arriva la
più temuta delle comunicazioni scolastiche.
Esatto.
Il colloquio con i genitori.
Ti aggrappi all'unica speranza rimasta:gli inderogabili e pressanti
impegni dei tuoi genitori.
Macché, Si sono liberati.
Il giorno arriva, cammini su e giù per il corridoio della scuola in
attesa che la sentenza di morte venga emessa.
I tuoi genitori escono dalla sala professori scuri in volto.
"Abbiamo parlato con tutti i professori. Tranne quella d'arte..."
(nessuno parla mai con quella professoressa, inoltre è sempre donna,
credo che IL professore d'arte si sia estinto con i dinosauri, oppure è
oggetto di sperimentazione aliena, di questo non sono certo.)
"Qual'è la sentenz...Ehm...Cosa hanno detto?" dici senza osare alzare lo
sguardo.
"Che sei intelligente ma non ti applichi." La secca replica.
Più classico dei libri di Shakespear.
La stessa identica frase può essere tagliata, colorando ogni lettera di
una tinta diversa allo scopo di farla risaltare ancor di più ed infine,
appiccicarla sulla schiena di Mario, in questa liceale avventura che
prende il nome di "3D World".
Bando alle ciance. Disco di gioco in mano, Wii U accesa. Dieci KG di pad
in mano. Si parte.
Se c'è una cosa che è chiara da subito è che sarà una passeggiata.
Il livello di sfida si dimostra davvero basso ed il gioco si presenta
sotto forma di chioccia amorevole e permissiva.
Di morire non se ne parla, bisogna mettersi d'impegno e quelle rare
volte che capita saremo stati preventivamente riempiti di vite extra per
lenire il dolore della perdita in vari modi: funghi verdi sparsi qua e
là, tonnellate di monetine da far venire un'ulcera a Paperon de Paperoni
(ogni 100 Coins è una vita extra), slot machine e chi più ne ha più ne
metta.
Nel giro di poco vi ritroverete a contare le decine anzichè le unità del
counter accanto al faccione dell'idraulico dal baffo curato.
Mi scappa uno sbadiglio.
Superati i primi tre mondi il gioco comincia a sentirsi autorizzato ad
essere leggermente più "bastardo" ed il divertimento finalmente, anche
se di poco, sale.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare, come è giusto che sia.
Sotto l'aspetto squisitamente tecnico ti troverai di fronte ad una festa
per gli occhi e per le mani.
Riassumendo in una singola parola: Super Mario 3d World è "perfetto".
Graficamente è a dir poco splendido: coloratissimo, con sessanta frame
al secondo che si vedono tutti e solo in rarissime occasioni cedono il
passo ad impercettibili e sporadici rallentamenti.
La giocabilità è ai soliti livelli: i Mario da sempre determinano l'apice dello standard d'eccellenza nei platform. I controlli rispondono magnificamente, ubbidienti nei confronti del giocatore quanto il Trio Drombo con il Dottor Dokrobei in Yattaman. La telecamera svolge ottimamente il suo lavoro, è presente il free look e si può scegliere tra diverse inquadrature fisse di gioco. Non ho mai riscontrato zoomate involontarie avvicinandomi ad una struttura solida come spesso accade nei platform tridimensionali. ineccepibile. Il level design è ben fatto, ogni livello ha una struttura che lo rende unico rispetto agli altri per ambientazione e per modo d'interagire con l'ambiente. Le ripetizioni ci sono ma sono rare. Otto mondi (più quelli bonus) sono un bottino decente. Riassumendo: onestamente vasto e splendidamente vario. Probabilmente il miglior platform delle ultime due generazioni. "Capolavoro!" urlerai esultando e bruciando le bambole vodoo a forma di Xbox One e Ps4. Magari hai ragione tu, ma c'è un problema: a me annoia da morire questo gioco e questa cosa mi fa incazzare come una bestia. Mi verrebbe da citare Califano con il giochino cretino del gioia-noia, ma ho deciso di resistere all'impulso, benché forte. I livelli sono fatti piuttosto bene, ma le aree sono piccole e molto "guidate", nulla di paragonabile allo splendore degli spazi proposti in Super Mario 64, e perdonate il paragone irriverente, ma questo gioco ha una media voto che si avvicina molto al capolavoro del N64, quindi mi sento autorizzato a portare avanti l'eretico paragone.
Non
devo spiegarti com'è strutturato il sistema di gioco di Super Mario
vero?
Se non lo sai non capisco perchè stai ancora leggendo, torna alle prime
righe, leggile e prendi un'altra via, o un altro url se preferisci.
Non c'è spazio per l'esplorazione in questo 3d world e la conseguenza
più ovvia è la riduzione delle "stelle" da cercare e l'assenza di "quest
secondarie". La mappa è tornata ad essere una minimappa stile Super
Mario World, completamente esplorabile e con movimento libero, ma cambia
poco. L'open world è andato.
Tre stelle a livello, in media molto facili da trovare. Capita che con
un minimo di attenzione completerai un livello senza doverci mai più
tornare al primo tentativo. That's all folks!
Questo aspetto può forse apparire marginale ma in realtà cambia tutto.
Inevitabilmente la riogiocabilità dei livelli stessi è bassissima e non è
certo un aspetto a cui siamo abituati in questa serie.
Mi spiego meglio, non sapendo (piuttosto spesso anche) come nascondere
le stelle nei livelli si assiste a scene grottesche in cui la raccolta
delle stesse avviene inseguendo un coniglio in giro per lo schermo o
semplicemente entrando in un tubo in bellavista lungo il cammino
principale.
Non devete cercarle, basta limitarsi a sbatterci contro.
Le battaglie con i boss scorrono via senza infamia e senza lode, tranne
un paio di buone idee sono tutti combattimenti già visti e piuttosto
standardizzati, senza contare che sono di una facilità disarmante.
Attenzione! A risolvere il problema della scarsa rigiocabilità dei livelli si presanta la soluzione definitiva: i possono utilizzare diversi personaggio nel corso del gioco, interscambiabili a piacimento, ognuno con le proprie caratteristiche distintive. Carino. Peccato che sia una palese aggiunta dell'ultimo minuto, dato che il gioco si completa al 100% con l'idraulico tarchiato senza mai aver bisogno di chiedere aiuto a nessuno dei comprimari. Aggiungere aree raggiungibili solo da uno specifico personaggio in modo da dargli un minimo di senso ed intergrando questa caratteristica nel sistema di gioco era chiedere troppo? Ti spiace se estendo un minimo il discorso? Questo non è un caso isolato ma un trend ben preciso. Voglio sottolineare con forza un semplicissimo concetto, o più semplicemente un pensiero: la gran parte dei titoli a "tripla A" non mi divertono più, tranne rarissime eccezioni. Nelle ultime due generazioni ho assistito ad un fenomeno, che mi ha spiazzato. I videogames hanno perso sostanza in favore della forma. Non sono in grado di stabilire se in assoluto questo sia un male o un bene. Di certo su di me ha un effetto respingente. Cercherò di essere onesto fino in fondo. Permettetemi di parlare delle mie impressioni giocando a questo gioco. Un Super Mario strutturato a livelli senza una struttura open world, privo di esplorazione ed in cui non ho bisogno di centellinare le risorse (vite e power up) non riesce a coinvolgermi. Non riesco a non vederlo come un passo indietro. Se poi i "segreti" del gioco tali non sono, ma si rivelano solo passaggi occultati da una fratta o poco più, non riesco a provare alcun senso di soddisfazione a scovarli e non riesco a trovare sufficienti motivazioni nel cercarli.
Se la ricerca delle stelle, da sempre un aspetto piuttosto ostico nelle avventure di Mario e soci, vengono letteralmente regalate nei modi più idioti possibili a me da tremendamente fastidio. Perchè? Il motivo è semplice. Non c'è sfida. Non serve più comprendere in pieno le meccaniche di gioco. Non c'è curva d'apprendimento. Non c'è evoluzione. La triste conseguenza è che il gioco scorre via liscio, come un piacevole "divertissement" che però non lascia nulla dietro di sè, nulla nella mia memoria, nessun momento epico che mi fa sorridere al solo ripensarci. Forse è così che deve essere nelle nuove logiche di mercato, ma io, che sono passato per generazioni di console profondamente diverse, avverto un senso di perdita e mi sento derubato delle saghe che ho sempre (pensato stupidamente) pensato che avrebbero mantenuto certi standard. Mi sbagliavo. Se, come dicono e scrivono tutti, devo considerare Super Mario 3d World come uno dei migliori giochi di questa generazione allora i videogiochi hanno un problema serio.
O forse, a ben pensarci un problema ce l'ho io.
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