domenica 5 gennaio 2014

[MY TWO CENTS REVIEW] Capitan Harlock 3D, la recensione del film (senza spoiler)




Andare al cinema avendo la mente sgombra da pregiudizi aiuta, spesso e volentieri. Succede, soprattutto quando si va magari a vedere un lungometraggio ispirato ad un qualcosa che si conosce a menadito, come un eroe dei fumetti o un personaggio dell'infanzia. Relativamente al rapporto tra me e Capitan Harlock non è questo il caso, visto che sin da bambino ho sempre preferito seguire le gesta di un Kenshiro, piuttosto che seguire il leggendario pirata che naviga fra le stelle, creato dal Maestro Leiji Matsumoto (forse, colpa anche delle penose emittenti televisive private degli anni '80, che sballavano i palinstesti come meglio credevano).


Ma alla fine non ho resistito, e più per curiosità che per effettivo fanatismo, ho regalato al mio multisala di provincia i soldoni necessari per la visione Capitan Harlock 3D. E qui iniziamo con le chiacchiere: da quel poco che ho letto in rete, parecchi si lamentavano dell’assenza di questo o quell’altro personaggio, del carattere diverso del Capitano del cartone originale rispetto al film e via discorrendo. Però, probabilmente, in molti non hanno considerato un aspetto chiave della faccenda, ossia che il progetto "Harlock Next Gen" è una sorta di reboot, un riavvio, operazione commerciale che alcuni amano ma che la maggior parte tendenzialmente odia. Qui, tuttavia, non si tratta di riscrittura, ma di rilettura, visto che trama, personaggi e contesto non sono stravolti, ma solo adattati attorno ad una nuova storia.


Ed è questo il motivo principale per cui Capitan Harlock 3D ha un senso compiuto: modernizzare un personaggio, dargli la possibilità di essere capito ed apprezzato anche dalle nuove generazioni. Dopotutto, la faccenda  ricorda molto da vicino quello che Christopher Nolan ha fatto col suo Cavaliere Oscuro (tant'è che i rimandi a The Dark Knight Rises sono evidentissimi, soprattutto nella parte finale del film).


Ed è coraggioso da parte degli sceneggiatori affidare il ruolo del "vero" protagonista al giovane Logan, che si fa arruolare fra le fila dell'Arcadia col vero intento di riuscire ad uccidere Harlock, col capitano che resta spesso e volentieri in disparte, sullo sfondo, quasi a voler rappresentare una figura eterea, inamovibile, epica e solitaria. Un simbolo, di anarchia innanzitutto (difatti, il pretesto del film è un inno al terrorismo anarchico su scala interplanetaria, visto che è proprio il Capitano ad aver commesso i guai più grandi, a cui deve rimediare con guai ancora più grandi) ma anche di tremenda forza di volontà.



Tutto perfetto quindi? No: Toei Animation ha potuto beneficiare di un budget altissimo, sopra i 30 milioni di dollari. E se quindi i riferimenti a Star Wars e Battlestar Galactica si sprecano, è purtroppo proprio la tecnica a mancare: i modelli dei personaggi sembrano spesso e volentieri usciti da un qualsivoglia FMV della PlayStation (Due), mentre roba come Final Fantasy VII: Advent Children (ma anche il bistrattato Final Fantasy: The Spirits Whitin) sono una spanna sopra al film di Shinji Aramaki. E parliamo di opere vecchie di decenni. Ma è anche vero che un film del genere, con attori in carne ed ossa, avrebbe richiesto un budget da capogiro. 50 e 50, alla fin fine.


Due doverose considerazioni, quindi, prima di chiudere: Capitan Harlock 3D è un film coraggioso. Realizzare un'opera esattamente identica al fumetto o alla vecchia serie animata sarebbe stato solo un atto di fan service inutile. Qui abbiamo una nuova trama, una nuova caratterizzazione dei personaggi ed un nuovo Capitano, diversi ma spiritualmente identici a quelli del 1976. Ma soprattutto, il film è un opera che funziona in virtù del motivo per cui è stata creata, ossia quella di offrire al pubblico di neofiti e veterani una versione "figa" del Capitano, una leggenda vivente, il "V per Vendetta" dello spazio profondo. E infine: Capitan Harlock 3D in treddì non ha senso. Ma questo già lo sospettavate da soli vero? 


Per il resto, inutile aggiungere altro, se non che "Ogni istante che si ripete è eterno. Questa è la libertà!"


Ora andatelo a dire ai nostri politici a Palazzo Montecitorio. [VOTO: OTTO]

Nessun commento:

Posta un commento